sabato 13 dicembre 2008

UN PAESE DI IGNAVI

Il Bel Paese non è più bel e non è più paese.

Abbiamo ereditato, senza meriti, centinaia di migliaia di opere d’arte, siti archeologici che emanano nell’aria la cultura dei nostri avi, grandi pagine di poesia e di prosa, invenzioni e scoperte di emeriti scienziati, la bellezza naturale delle montagne, delle coste e delle pianure, la maestria degli antichi artigiani, la ricchezza delle campagne che offrivano prodotti naturali, sani e diversificati, una lingua melodiosa e soave, gli ideali di resistenza ai soprusi e agli attacchi alla libertà, il buon senso comune della civiltà contadina,….


Ci ritroviamo oggi

1 - con un patrimonio artistico semi abbandonato nelle cantine di vetusti musei, che sono spesso anche chiusi al pubblico;

2 - con resti archeologici lasciati all’incuria e in balia degli assalti delle colate di cemento ad opera di ingordi palazzinari collusi con amministratori corrotti;

3 - con poemi e poesie, che a forza di riforme della pubblica istruzione, non verranno lette neppure a scuola;

4 - con oggetti di uso quotidiano di cui nessuno si chiede più da quale scoperta scientifica e da quale scienziato siano derivati;


5 - con un paesaggio che, a parte qualche icona per turisti, è stato saccheggiato da degradanti speculazioni edilizie, è stato martoriato dall’ incuria del territorio da parte delle istituzioni preposte, è stato violentato dall’inquinamento delle industrie chimiche e delle discariche;

6 - con un artigianato asfissiato da pastoie burocratiche, non valorizzato e abbandonato al suo destino;

7 - con un agricoltura monocorde che favorisce solo le coltivazioni dettate dell’industria delle sementi e che vede calare sempre più il numero dei suoi addetti (tranne gli immigrati clandestini da sfruttare);

8 - con una lingua che, se da una parte si arricchisce di espressioni derivate da idiomi di altri paesi, dall’altra, perde continuamente parole d’uso sminuendo così la sua propria identità;

9 - con una serie di principi di etica e di morale che non solo sono finiti nel dimenticatoio, ma che non esistono più, soppiantati come sono da una revisione (o revisionismo) culturale e storica accettata supinamente da tutti, quasi fosse una conseguenza naturale dell’evolversi dei tempi;
(Non ci si arrabbia più, non ci si scandalizza se chi ci comanda cerca di cambiare le regole del gioco, perché è un gioco che riguarda tutti e quindi nessuno. Non ci si rende conto che la libertà individuale viene intaccata quando viene lesa la libertà di tutti, perché gli altri non sono io, non sono la mia famiglia, sono qualcosa di diverso da me e quindi non mi interessano. Abbiamo perso la nostra identità di nazione, o forse non l’abbiamo mai avuta integralmente, e vediamo lo Stato come qualcosa legato unicamente alla politica e ai suoi attori (perché questo sono), lontano da noi, dimenticandoci che lo Stato siamo noi e che gli attori sono lautamente stipendiati da noi per fare il bene nostro e non il loro. Siamo “liberi, quindi possiamo esprimere le nostre idee in qualsiasi forma e abbiamo il diritto di manifestare il nostro dissenso su quanto non concordiamo, grazie al sacrificio, pagato con il sangue, di quanti hanno fatto l’Italia uno Stato libero e democratico.
Siamo "liberi" di prendere coscienza della grande ondata in cui la nostra penisola rischia di inabissarsi, siamo liberi di prenderne coscienza ora, prima che sia troppo tardi. Piangere dopo è inutile e infantile)


10 - con il buon senso comune che ha lasciato il posto alla più bassa soddisfazione dei sensi, in una inappagante corsa all’appagamento di voglie, instillate nelle nostre menti dalla “società del consumo”, in spregio a qualsiasi forma di raziocinio.

Poiché gli italiani non sanno stimare e proteggere quanto la natura e la storia dolorosa di questa penisola ha loro donato, poiché il cammino di questi italioti li porta ad essere una “vil razza dannata” di ipocriti, lacchè e meretrici mentali,




sono anti-italiano

1 commento:

Anonimo ha detto...

Arrivederci gentile amico. Peccato averti conosciuto troppo tardi...
Ti auguro una vita serena e un Natale appagante e sereno con chi ami.
Grazie
Linda

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